Tra i santi militari più famosi, i cristiani venerano san Martino e san Giorgio, se in san Martino le virtù militari si interiorizzano in un senso umano di compassione, con san Giorgio la virtù guerriera si amplia invece in una dimensione cosmica nella guerra perenne tra il bene e il male. Nel 1969 la Congregazione dei Riti ridusse di grado la festa di San Giorgio, che veniva celebrata il 23 aprile anche nel rito siro ed in quello bizantino, per mancanze di notizie biografiche sicure su di lui. Eppure San Giorgio era così famoso e venerato che, nella sola Italia, ben trentasei località, quasi tutti comuni, portavano e portano il suo nome. E poi, tra l’altro, era patrono dell’Inghilterra, Malta, Genova, Ferrara, Campobasso, Reggio Calabria, ed addirittura una repubblica caucasica (Georgia) ed uno stato americano (la Georgia) prendevano nome da lui. Per di più era patrono degli arcieri, dei cavalieri, dei soldati, degli scout, degli ...
... esploratori, delle guide AGESCI. Il suo nome viene dal greco e significa “che lavora la terra”; la sua figura è avvolta nel mistero. Ma si sa con certezza che incominciò ad essere venerato, sia in Oriente che in Occidente nel secolo IV, quando la sua tomba a Lydda (attuale Lod in Israele, presso Tel Aviv) divenne sede di frequenti pellegrinaggi.
Molto sono le leggende sorte intorno a lui. Sembrerebbe che, di padre persiano e di madre della Cappadocia, che risiedevano in Palestina, sia stato educato cristianamente ed abbia intrapreso la carriera militare, fino a ricoprire la carica di tribuno delle milizie. E che, dopo che Diocleziano aveva emanato, nel 303, l’editto di persecuzione dei cristiani, avrebbe distribuito tutti i suoi beni ai poveri, strappato l’editto, professatosi apertamente cristiano, e rifiutato di sacrificare agli dei davanti all’imperatore. Arrestato, avrebbe subito tormenti, ma anche compiuto prodigi straordinari, fino alla decapitazione che sarebbe avvenuta nello stesso 303.
Per coloro che ritengono che abbia militato nell’armata dell’imperatore persiano Daciano e non in quella dell’imperatore romano Diocleziano, la decapitazione sarebbe avvenuta ha il 249 ed il 251 secondo alcuni, nel 284 secondo altri. Le più antiche raffigurazioni rappresentano San Giorgio per lo più isolato, a piedi, con il capo nudo ed i capelli lunghi e giovanili. Indossa la corazza, ha in mano la spada o la lancia (in certi casi spezzata), talvolta lo stendardo crociato. Quando lotta contro il drago è quasi sempre su un cavallo, prevalentemente bianco. Il culto di San Giorgio iniziò quasi subito dopo quella che è stata indicata la data della sua morte, il 303, come dimostrano i resti della basilica che si vuole eretta sulla sua tomba, nel luogo del martirio.
Ben presto si diffuse in Palestina, Libano, Iraq, Etiopia, Georgia, in special modo nel tempo delle crociate, quando fu proclamato patrono della cavalleria.
In seguito divenne protettore dell’Ordine teutonico, dell’Ordine militare di Calatrava di Aragona, del Sacro Ordine Costantiniano di San Giorgio, dell’Ordine della Giarrettiera, fondato nel 1348 da Edoardo III d’Inghilterra. La croce rossa di San Giorgio in campo bianco è ancor oggi nella bandiera inglese. Al tempo delle crociate il culto di san Giorgio giungerà in occidente e diventerà ancora più di san Martino figura ispiratrice ed emblema della cavalleria Cristiana, e in nome e in nome di san Michele si compiranno i riti di consacrazione dei suoi membri.
di don Marcello Stanzione