La realtà quotidiana è fatta di un’inestricabile rete di possibilità mancate, per distrazione, a causa della paura, per un’incapacità di riconoscere quello che si presenta davanti a noi. Ogni uomo è ricco di sogni e ideali che vorrebbe realizzare, ma spesso si percepisce inadeguato, non sufficientemente dotato, privo di mezzi. Sovente accade che, per non accumulare frustrazione, si dimenticano le proprie aspirazioni o ci si convince che non sono poi tanto importanti.
Eppure, l’essere umano sogna; e se possiamo sognare, allora vuol dire che siamo strutturati per realizzare le nostre aspirazioni. Tutto quello di cui oggi godiamo – in campo scientifico, artistico, religioso e spirituale, culturale e dei diritti civili – è l’effetto dei sogni di uomini e donne del passato; alcuni condivisi da qualche contemporaneo, altri vissuti e realizzati in solitudine. Tutti noi dobbiamo essere grati a questi sognatori dei tempi andati, nella misura in cui siamo grati del mondo in cui viviamo, pur con tutte le sue contraddizioni.
Nella vita di tutti i giorni l’uomo si trova costantemente di fronte a piccole e grandi possibilità; alcune di queste potrebbero cambiare la sua esistenza in modo completo, altre potrebbero semplicemente condurlo ad una sconosciuta e preziosa esperienza. Eppure, troppo spesso, il timore di intraprendere qualcosa di nuovo – o l’idea di non esserne in grado – ci porta a rinunciare, sprecando un’occasione che la vita ci ha donato.
Molte persone tendono solo a cercare la sicurezza. Probabilmente è un retaggio storico, culturale, forse anche genetico (proveniente dall’ancestrale memoria dell’esistenza come fatto di sopravvivenza fisica). Ancora oggi esistono molti luoghi dove sopravvivere è un lusso; ma la maggior parte delle persone, nei paesi occidentali, non deve preoccuparsi di rimanere in vita, quanto di vivere davvero. Vivere, e non sopravvivere.
L’essere umano si abitua velocemente alle sue condizioni di vita. Così accade che non riconosce più la condizione privilegiata in cui si trova: fare un viaggio in certe parti del mondo può essere molto utile per comprendere la sfortuna di chi sperimenta la propria esistenza in luoghi difficili.
Osare, voler crescere, cercare un miglioramento psicologico e non solo materiale della propria esistenza, desiderare la vita e viverla con amore, con passione è un diritto a cui non si dovrebbe rinunciare. Rinunciarvi è come calpestare la già sfortunata esistenza di chi non può, perché è condannato a sopravvivere.
C’è chi ha detto: «Se i giovani possedessero la saggezza dei vecchi, e i vecchi l’intraprendenza e la forza dei giovani, non ci sarebbe nulla che l’uomo non potrebbe fare». La saggezza viene attraverso l’esperienza, ma l’esperienza nasce dal vivere davvero. Senza errori non può esservi crescita; quindi è importante non lasciare che il timore di sbagliare ci precluda le esperienze della vita.
La saggezza dell’anziano è data dal tempo vissuto. Più tempo, maggiori esperienze. Ma, come una macchina può percorrere una data distanza in tempi diversi, a seconda della velocità con cui procede, ugualmente l’uomo può percorrere maggiore strada nella vita, in un tempo inferiore, se la sua mente e il suo cuore si muovono rapidamente.
Questa rapidità è data dal desiderio e dal coraggio di fare esperienze nuove, di provare a realizzare i propri sogni, di non temere qualche passo falso nel cammino della vita. Perché: «È duro non riuscire, ma non avere mai tentato è peggio».
La realtà quotidiana è fatta di un’inestricabile rete di possibilità mancate, per distrazione, a causa della paura, per un’incapacità di riconoscere quello che si presenta davanti a noi. Ogni uomo è ricco di sogni e ideali che vorrebbe realizzare, ma spesso si percepisce inadeguato, non sufficientemente dotato, privo di mezzi. Sovente accade che, per non accumulare frustrazione, si dimenticano le proprie aspirazioni o ci si convince che non sono poi tanto importanti.
Eppure, l’essere umano sogna; e se possiamo sognare, allora vuol dire che siamo strutturati per realizzare le nostre aspirazioni. Tutto quello di cui oggi godiamo – in campo scientifico, artistico, religioso e spirituale, culturale e dei diritti civili – è l’effetto dei sogni di uomini e donne del passato; alcuni condivisi da qualche contemporaneo, altri vissuti e realizzati in solitudine. Tutti noi dobbiamo essere grati a questi sognatori dei tempi andati, nella misura in cui siamo grati del mondo in cui viviamo, pur con tutte le sue contraddizioni.
Nella vita di tutti i giorni l’uomo si trova costantemente di fronte a piccole e grandi possibilità; alcune di queste potrebbero cambiare la sua esistenza in modo completo, altre potrebbero semplicemente condurlo ad una sconosciuta e preziosa esperienza. Eppure, troppo spesso, il timore di intraprendere qualcosa di nuovo – o l’idea di non esserne in grado – ci porta a rinunciare, sprecando un’occasione che la vita ci ha donato.
Molte persone tendono solo a cercare la sicurezza. Probabilmente è un retaggio storico, culturale, forse anche genetico (proveniente dall’ancestrale memoria dell’esistenza come fatto di sopravvivenza fisica). Ancora oggi esistono molti luoghi dove sopravvivere è un lusso; ma la maggior parte delle persone, nei paesi occidentali, non deve preoccuparsi di rimanere in vita, quanto di vivere davvero. Vivere, e non sopravvivere.
L’essere umano si abitua velocemente alle sue condizioni di vita. Così accade che non riconosce più la condizione privilegiata in cui si trova: fare un viaggio in certe parti del mondo può essere molto utile per comprendere la sfortuna di chi sperimenta la propria esistenza in luoghi difficili.
Osare, voler crescere, cercare un miglioramento psicologico e non solo materiale della propria esistenza, desiderare la vita e viverla con amore, con passione è un diritto a cui non si dovrebbe rinunciare. Rinunciarvi è come calpestare la già sfortunata esistenza di chi non può, perché è condannato a sopravvivere.
C’è chi ha detto: «Se i giovani possedessero la saggezza dei vecchi, e i vecchi l’intraprendenza e la forza dei giovani, non ci sarebbe nulla che l’uomo non potrebbe fare». La saggezza viene attraverso l’esperienza, ma l’esperienza nasce dal vivere davvero. Senza errori non può esservi crescita; quindi è importante non lasciare che il timore di sbagliare ci precluda le esperienze della vita.
La saggezza dell’anziano è data dal tempo vissuto. Più tempo, maggiori esperienze. Ma, come una macchina può percorrere una data distanza in tempi diversi, a seconda della velocità con cui procede, ugualmente l’uomo può percorrere maggiore strada nella vita, in un tempo inferiore, se la sua mente e il suo cuore si muovono rapidamente.
Questa rapidità è data dal desiderio e dal coraggio di fare esperienze nuove, di provare a realizzare i propri sogni, di non temere qualche passo falso nel cammino della vita. Perché: «È duro non riuscire, ma non avere mai tentato è peggio».