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 | 1. L’Antico Testamento è permeato da spirito bellicoso, Dio è il Signore degli Eserciti(Adonai sevaoth) e la guerra è presentata come guerra del Signore da numerosi
 profeti (Isaia, Geremia, etc.). Le guerre sante sono finalizzate allo sterminio dei
 pagani, con i loro idoli e i loro abomini, affinché venga sterminato chiunque tenti al
 peccato e all’infedeltà a Dio (Deuteronomio, 13,7-12). Anzi, il Signore stesso scende
 in campo a combattere i propri nemici, vibrando Egli stesso la spada, con il suo popolo
 santo (Deuteronomio, 32,39-43). La terminologia militare, e non solo quella, prevale
 anche, e soprattutto, in San Paolo: ricoperto della corazza delle fede e della carità,
 con l’elmo della speranza della salvezza, rivestito dell’armatura di Dio, con lo scudo
 della Fede e la spada dello Spirito, il cristiano è pronto a combattere come un buon
 soldato di Gesù Cristo (San Paolo, Seconda lettera a Timoteo, 2,3; Prima lettera ai
 Tessalonicesi, 5,8; Lettera agli Efesini, 6,11-17). Così come i grandi padri della Chiesa
 hanno elaborato una teologia della guerra che costituirà il fondamento spirituale e
 morale del primo millennio dell’Occidente, Sant’Ambrogio, nel “De Fide”, spiega che la
 guerra come difesa della patria e del bene comune è opera giusta e meritoria. E il suo
 discepolo Sant’Agostino continua l’opera del maestro, arrivando a inserire la guerra
 nella teologia cristiana senza contraddire l’insegnamento di Gesù sull’amore e sul
 perdono.
 La guerra manifesta all’uomo l’azione della Provvidenza divina, strumento di cui Dio si
 serve per correggere i malvagi e per mettere alla prova i cristiani1. Fino ad arrivare
 alla nota Epistola CLXXXIX a Bonifacio del 4172 in cui Agostino espone
 compiutamente, dopo un lungo travaglio, i principi della guerra giusta e santa del
 cristiano, “pacificus” ovvero edificatore di pace, contro la pax iniusta e illusoria della
 prigionia umana.
 Il cristiano ha il dovere di fare guerra ai tiranni, anzi dove è ingiustizia (non solo
 apparente, giuridica, ma sostanziale e psicologica) il cristiano è chiamato quale miles
 Christi a ristabilire, anche con le armi, la giustizia e la pace, di Dio. I pacifici del
 messaggio di Gesù Cristo sono coloro i quali operano attivamente per la pace, la
 costruiscono o la restaurano.
 Ecco l’etica della cavalleria cristiana. Nel Medioevo, Raimondo Lullo arriverà ad
 affermare che “oggi il compito del cavaliere [è di] pacificare gli uomini tramite l’uso
 delle armi” e che “la cavalleria ebbe inizio per la giustizia e per difendere gli umili
 contro gli orgogliosi ingiusti”.
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