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lunes, noviembre 14, 2011

CHE SIGNIFICA ESSERE CAVALIERE OGGI..



Rispondere alla domanda “che cosa significa essere cavalieri oggi” porta implicitamente a doversi giustificare per la propria scelta di abbracciare principi etici, religiosi, culturali molto elevati, apparentemente anacronistici, attingendoli da un ordine cavalleresco, crogiuolo di fede, storia, letteratura e civiltà.

Tra i cavalieri e la gran parte dell’attuale società esiste un attrito, perchè la presenza elegantemente discreta dei primi non è pleonastica ma induce in una dolorosa riflessione sulla problematica condizione morale e materiale della quale i mezzi di informazione ci aggiornano quotidianamente.
Gli stessi organi, però, per ricercare il gradimento della massa, non si limitano a denunciare la situazione di degrado generale ma sono sempre pronti ad irridere e punire la legittima aspirazione ad un cavalierato, proiettandolo sarcasticamente in una sceneggiatura di truffe e basso costume.
L’amara constatazione è che la sola idea di cavalierato, oggi, viene scoraggiata pesantemente e quindi chi vi insiste si ritrova a dover giustificarsi motivandone le ragioni.
Ci provo anch’io.
Per ottenere il rispetto della propria personalità e per fare del bene al prossimo non è necessario essere cavalieri. Tutti sappiamo, infatti, che il diritto inalienabile della personalità ed il dovere inderogabile alla solidarietà sono sanciti dall’articolo due della Carta costituzionale della Repubblica e quindi riguardano tutti gli organi dello Stato e tutti i cittadini; tuttavia fenomeni di reciproca irriverenza e di amnesia rispetto alle necessità dei più bisognosi non rappresentano, purtroppo, mere situazioni eccezionali.
Nasce la convinzione che elevati principi, pur solennemente affermati, possono trovare serie difficoltà operative in assenza di spazi sociali, fatti di ruoli, compiti e responsabilità ed in assenza di contenuti culturali istituzionali, motivanti i valori per l’impegno degli aderenti. Di qui scaturisce la funzione a cui assolvono gli ordini cavallereschi con i loro cavalieri e dame.
Se il cavaliere è al servizio di Dio e del prossimo nella fedeltà ai legittimi riferimenti odierni della Storia più esemplare, sorretto dai valori cantati dai maggiori poemi epici, allora il significato odierno (e di sempre) della cavalleria è enorme.
Tutto ciò non è retorica ma risponde ad un’esigenza pratica di una società che vuole migliorare se stessa.
Le moderne credenze che concepivano la ricchezza in termini finanziari stanno miseramente cadendo, manifestando che la crescita materiale ha altre basi: basi antiche costituenti un sistema di valori universali che ha retto le sorti di gloriosi stati e imperi della storia. Occorrerebbe che qualcuno incominciasse a ringraziare i cavalieri per il loro amore nella difesa della fede e di tutto ciò che di bello la tradizione ci trasferisce per alimentare la sapienza necessaria a costruire la visione del futuro.
Questo è ciò in cui credo.
Ringrazio per l’attenzione.