Intorno ai primi mesi del 1130 iniziò l’espansione dell’Ordine nella Penisola Italiana. Tale espansione fu favorita dalla partecipazione dei primi Templari alla causa antiscismatica di Papa Innocenzo II sostenuta da San Bernardo di Chiaravalle contro l’antipapa Anacleto II. E’ di questi anni il famoso trattato DE LAUDE NOVAE MILITIAE col quale S. Bernardo “presentò” il nuovo Ordine all’Occidente cristiano, facendolo ufficialmente partecipare al Concilio di Pisa della primavera del 1135 nel corso del quale i Templari vennero a contatto con quasi tutti i vescovi dell’Italia settentrionale e centrale, iniziando ad aumentare la presenza di “mansio” che fino a quel momento si limitavano ad Ivrea, Reggio Emilia, Milano e Roma.
E’ palese il disegno strategico di Bernardo che parallelamente incrementò negli anni tra il 1130 ed il 1140 la fondazione dei più importanti monasteri Cistercensi dell’Italia settentrionale: Chiaravalle di Milano, Chiaravalle della Colomba, Staffarda... dove troviamo gli insediamenti templari in Italia? Lungo gli itinerari medievali frequentati dai pellegrini e dai crociati che raggiungevano gli imbarchi per la Terrasanta; normalmente immediatamente fuori dalle mura delle più importanti città e comuni medievali, meglio se vicino a corsi d’acqua navigabili con barconi a fondo piatto o in prossimità di impenetrabili foreste, ricettacolo di predoni e pericoli di ogni tipo.
Troviamo insediamenti Templari sottoforma di mansio, commanderie, case rusticali, chiese e conventi fortificati, lungo le direttrici più importanti: ovviamente la via Francigena, ma anche la via Postumia, che attraversava il nord Italia da ovest ad Est consentendo l’imbarco a Venezia, ma anche la prosecuzione via terra attraverso i Balcani fino a Costantinopoli e Gerusalemme, e quasi tutte le grandi arterie consolari romane: l’Ongaresca, l’Appia, la Cassia, l’Aurelia, l’Emilia ecc..
La penisola italiana era stata divisa in due provincie: la Lombardia e la Puglia.
Ogni provincia aveva un Maestro che controllava i Precettori delle mansio sparse nel suo territorio di competenza, e i cavalieri templari, sergenti, serventi, cappellani oltre ai cavalieri ausiliari laici.
Le provincie italiane erano ovviamente importantissime per la posizione strategica rispetto alla Terrasanta e per la presenza del Santo Padre a Roma che ha sempre favorito l’Ordine riempiendolo di donazioni e privilegi, considerandolo, a ragione, il suo braccio armato.
I più importanti complessi templari furono Bologna, Piacenza e Roma ma anche i porti più efficienti:Venezia, Genova, Pisa, Brindisi, Civitavecchia, Messina e realtà poste in posizioni strategiche di comunicazione: Reggio Emilia, Perugia, Matera, Potenza, Asti,Torino,Treviso,Verona.
I cavalieri contribuirono alla manutenzione delle strade, dei ponti ed al controllo dei guadi, delle gole e dei passi più pericolosi, oltre a dare, con una potente flotta, impulso ai commerci marittimi e alla marineria.Anche per questo ebbero ottimi rapporti sia con i liberi comuni del settentrione, tanto da diventarne in alcuni casi anche Podestà, che con le libere repubbliche marinare o con nobili feudatari per i quali agirono più volte come ambasciatori e banchieri. Ma i compiti più prestigiosi ed importanti furono quelli inerenti
alla persona del Pontefice del quale nei duecento anni di storia furono CUBICOLARI ed OSTIARI oltre che ambasciatori, garanti di tregue, e tesorieri. Fu forse per questo che all’epoca dei processi ben pochi furono in Italia gli arresti di Cavalieri Templari, baluardo come erano stati per duecento anni della cristianità e del Papa.
Come è ben noto purtroppo, nonostante l’Arcivescovo inquisitore di Ravenna Rinaldo da Concorezzo li avesse assolti perché innocenti, nel resto d’Italia in particolare in Toscana nel 1313 furono condannati dopo aver subito torture pesantissime simili a quelle dei confratelli francesi.
Allo scioglimento dell’Ordine decretato da Papa Clemente V tutti i beni ed i possedimenti templari entrarono in possesso degli Ospedalieri o Cavalieri di S. Giovanni oggi di Malta.