ALDA MERINI (Milán, Italia, 21 marzo 1931-1 noviembre 2009)
tempo perduto in vorticosi pensieri / assiepati dietro le sbarre / come rondini nude...
follia /mia grande giovane nemica / un tempo ti portavo come un velo /sopra i miei occhi e mi scoprivo appena ...
"Il violino armonico che avevi dentro / si è rotto per sempre. / Inutile sperare... / Così spero che qualcuno / bussi alla porta, / e non solo il vento."
Veleggio come un'ombra
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi.
Io penso che l'inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s'addormenta mai.
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi.
Io penso che l'inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s'addormenta mai.
L’anima muore
A volte l’anima muore e muore di fronte a un dolore, a una mancanza d’amore e soprattutto quando viene sospettata d’inganno.
da L’anima innamorata
da L’anima innamorata
#
Abbiamo spesso pietà di noi, mai un vero rancore
#
Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri
Occorre un amore grande
Occorre un amore grande
per viverti accanto, amor mio,
e cavalcare un destino
che e’ come un puledro avverso,
come una macchina astrusa.
E tu vorresti scendere,
guardare pascoli azzurri
e invece il destino bizzarro
sbatacchia le povere ali
e immiserisce l’amore.
Così quando è sera,
io mi adagio al tuo fianco
come vergine stanca,
né so cosa tu mi puoi dare,
né sai cos’io voglia dire.
per viverti accanto, amor mio,
e cavalcare un destino
che e’ come un puledro avverso,
come una macchina astrusa.
E tu vorresti scendere,
guardare pascoli azzurri
e invece il destino bizzarro
sbatacchia le povere ali
e immiserisce l’amore.
Così quando è sera,
io mi adagio al tuo fianco
come vergine stanca,
né so cosa tu mi puoi dare,
né sai cos’io voglia dire.
Sono nata il ventuno a primavera
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
Le madri non cercano il paradiso
Le madri non cercano il paradiso,
il paradiso io l’ho conosciuto
il giorno che ti ho concepito.
Perché vuoi morire?
Non ti ricordi la tua tenera infanzia
e quanto hai giocato con me?
Perché vuoi inebriarti della tua anima?
Tu stai uccidendo tua madre
eppure non riesco a dimenticare
i gemiti del parto.
Anch’io quel giorno sono morta
quando ti ho dato alla luce,
tu sei peggio
di qualsiasi amante figlio mio
tu mi abbandoni.
il paradiso io l’ho conosciuto
il giorno che ti ho concepito.
Perché vuoi morire?
Non ti ricordi la tua tenera infanzia
e quanto hai giocato con me?
Perché vuoi inebriarti della tua anima?
Tu stai uccidendo tua madre
eppure non riesco a dimenticare
i gemiti del parto.
Anch’io quel giorno sono morta
quando ti ho dato alla luce,
tu sei peggio
di qualsiasi amante figlio mio
tu mi abbandoni.
Addio, profondo vecchio
Addio, profondo vecchio,
fatta di vertici che tutti hanno veduto.
Erano spine che entravano nell’anima
e diventavano fiori.
Abbiamo perso il cuore di Dio, il suo linguaggio:
eppure la sera
quando io dormo sola
allungo la mano verso di te.
E sei ancora lì che palpiti,
e non vuoi e non puoi morire.
fatta di vertici che tutti hanno veduto.
Erano spine che entravano nell’anima
e diventavano fiori.
Abbiamo perso il cuore di Dio, il suo linguaggio:
eppure la sera
quando io dormo sola
allungo la mano verso di te.
E sei ancora lì che palpiti,
e non vuoi e non puoi morire.
La cosa più superba è la notte
La cosa più superba è la notte
quando cadono gli ultimi spaventi
e l’anima si getta all’avventura.
lui tace nel tuo grembo
come riassorbito dal sangue
che finalmente si colora di dio
e tu preghi che taccia per sempre
per non sentirlo come rigoglio fisso
fin dentro le pareti
quando cadono gli ultimi spaventi
e l’anima si getta all’avventura.
lui tace nel tuo grembo
come riassorbito dal sangue
che finalmente si colora di dio
e tu preghi che taccia per sempre
per non sentirlo come rigoglio fisso
fin dentro le pareti
Ti aspetto e ogni giorno
Ti aspetto e ogni giorno
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza
no è qualcosa di più
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza
no è qualcosa di più
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare
Io come voi
Io come voi
sono stata sorpresa
mentre rubavo la vita,
buttata fuori
dal mio desiderio d’amore.
Io come voi
non sono stata ascoltata
e ho visto le sbarre del silenzio
crescermi intorno e strapparmi i capelli.
Io come voi
ho pianto, ho riso e ho sperato.
Io come voi
mi sono sentita togliere
i vestiti di dosso
e quando mi hanno dato in mano
la mia vergogna
ho mangiato vergogna ogni giorno.
Io come voi
ho soccorso il nemico,
ho avuto fede
nei miei poveri panni
e ho domandato
che cosa sia il Signore,
poi dall’idea della sua esistenza
ho tratto forza
per sentire il martirio
volarmi intorno come colomba viva.
Io come voi
ho consumato l’amore da sola
lontana persino dal Cristo risorto.
Ma io come voi
sono tornata alla scienza
del dolore dell’uomo,
che è la scienza mia.
sono stata sorpresa
mentre rubavo la vita,
buttata fuori
dal mio desiderio d’amore.
Io come voi
non sono stata ascoltata
e ho visto le sbarre del silenzio
crescermi intorno e strapparmi i capelli.
Io come voi
ho pianto, ho riso e ho sperato.
Io come voi
mi sono sentita togliere
i vestiti di dosso
e quando mi hanno dato in mano
la mia vergogna
ho mangiato vergogna ogni giorno.
Io come voi
ho soccorso il nemico,
ho avuto fede
nei miei poveri panni
e ho domandato
che cosa sia il Signore,
poi dall’idea della sua esistenza
ho tratto forza
per sentire il martirio
volarmi intorno come colomba viva.
Io come voi
ho consumato l’amore da sola
lontana persino dal Cristo risorto.
Ma io come voi
sono tornata alla scienza
del dolore dell’uomo,
che è la scienza mia.
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La calunnia è un vocabolo sdentato che, quando arriva a destinazione, mette mandibole di ferro
Ci sono notti che non accadono mai
Ci sono notti
che non accadono mai
e tu le cerchi
muovendo le labbra.
Poi t’immagini seduto
al posto degli dèi.
E non sai dire
dove stia il sacrilegio:
se nel ripudio
dell’età adulta
che nulla perdona
o nella brama
d’essere immortale
per vivere infinite
attese di notti
che non accadono mai.
che non accadono mai
e tu le cerchi
muovendo le labbra.
Poi t’immagini seduto
al posto degli dèi.
E non sai dire
dove stia il sacrilegio:
se nel ripudio
dell’età adulta
che nulla perdona
o nella brama
d’essere immortale
per vivere infinite
attese di notti
che non accadono mai.
L’amore della povera gente
La verità è sempre quella, la cattiveria degli uomini che ti abbassa e ti costruisce un santuario di odio dietro la porta socchiusa. Ma l’amore della povera gente brilla più di una qualsiasi filosofia. Un povero ti dà tutto e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.
da Terra d’amoreSono una piccola ape furibonda. | | |
Amo i colori, tempi di un anelito inquieto, irrisolvibile, vitale,spiegazione umilissima e sovrana dei cosmici ‘perché’ del mio respiro. | Chi si ostina fa scandalo. Dopo tutto Cristo fu anche casto. | |
Tutti gli innamorati sono in Dio. | ||
I colori maturano la notte. | ||
Amore mio ho sognato di te come si sogna della rosa e del vento. | Io trovo i miei versi intingendo il calamaio nel cielo. | |
L’uomo non può avere esempi umani per essere sé stesso. | ||
Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri. | ||
Amore mio ho sognato di te come si sogna della rosa e del vento. | Il peccato mi fa riposare. | |
Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita. | Ci sono notti che non accadono mai. | |
Il poeta non rigetta mai le proprie ombre. |
La poetisa Alda Merini, de 78 años, considerada la última gran exponente de este género en Italia, ha fallecido en el hospital San Paolo de Milán tras una larga enfermedad.
Comenzó a publicar poesías con tan solo 15 años y su primer libro, La presenza di Orfeo (1953), obtuvo los aplausos de la crítica, que hablaba de una “niña prodigio”, que sin embargo tuvo grandes problemas en la escuela. Su vida y su obra están marcados por una alternancia entre locura y lucidez, cómo se muestra en la que está considerada su gran obra La Terra Santa (1988), con la que ganó varios premios.
En otras de su obras, como Delirio amoroso (1989) e Il tormento delle figure, la poeta describe la perdida de los sentidos con el amor. El amor y el sufrimiento que conlleva será también el tema de libros como Vuoto d’amore (1991) o Ipotenusa d’amore (1992).Otras de sus obras son La pazza della porta accanto (1995), Folle, folle, folle d’amore per te (2002) y sus últimos trabajos se publicaron en 2003, Più bella della poesía è stata la mia vita, y 2005, Nel cerchio di un pensiero (teatro per voce sola).
En 1996 había sido propuesta para el premio Nobel de Literatura, una candidatura apoyada sobre todo por el premio Nobel italiano Dario Fo.
Locura, mi joven y gran enemiga, algún tiempo te llevé como un velo en mis ojos, al conocerme apenas. De lejos me viste, como blanco tuyo y pensaste que yo sería tu musa; cuando empezó la pérdida de dientes, que aún me aflige entre tanto despojo, compraste la manzana del futuro para darme el fruto de tu fragancia. ********************************** El Manicomio es una gran caja de resonancia y el delirio se vuelve eco, medida el anonimato, el manicomio es el Monte Sinaí, maldito, en el que recibes las tablas de una ley que los hombres no conocen. | Carta de amor Escribe una carta de amor solamente que tenga la semilla de un gran suspiro y después olvídala en la memoria para que yo la pueda escuchar. De noche, cuando duermes, aunque tú no lo sabes, vengo a buscarte: mi límite frío de sueño se compagina con el tuyo, vivimos sobre dos desiertos que al atardecer se transforman en colinas y desnudo mis senos en la noche ansiosa de que tú los mires. |