GABINETE Zona Almagro

Av Corrientes y Av Medrano
Caba Ar

Modalidad Reserva Anticipada
deucalio@gmail.com

Lunes a Sabados






* utilizo de material descartable (cubrecamilla individual, etc)













jueves, octubre 27, 2011

La rappresentazione simbolica usata nella storia del Cristianesimo




1-Uno dei simboli più comuni del cristianesimo è una X sormontata da una P. Sono le due prime lettere dell’alfabeto (in greco) che compongono la parola Cristo. E’ probabile che questo sia il segno tracciato sugli scudi da Costantino dopo la sua discussa conversione.

2-Un altro segno è il pesce, anche qui dal greco "ixthys": Iesous Christos Theou Yios Soter, ovvero Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore, in assonanza con la parola che indica il pesce (da cui la radice di “itticoltura” ecc).

Questo simbolo fa anche riferimento alla chiamata di Cristo verso gli apostoli, quando stanno pescando e dice loro “vi farò pescatori di uomini”.

3-Anche la sigla IHS (molto usata fino ai nostri giorni, sopratutto con una croce che sormenta il tratto orizzontale della H) potrebbe indicare "Jesus Hominum Salvator” o riferirsi alle prime lettere della parola “pesce” in greco (vedi sopra) per assumere poi il significato indicato di Gesù Salvatore degli uomini”. E' divenuto il monogramma adottato dai Gesuiti. Vedi altra nota cliccando qui.


4-Una rappresentazione molto comune di Cristo è quella di un pastore. L’iconografia del “buon pastore” percorre secoli e millenni: la si può vedere ad esempio a Ravenna o Costantinopoli.


5-. Spesso nelle chiese e sui sepolcri viene rappresentato il pavone, simbolo di immortalità (la ruota della coda potrebbe anche indicare il sole). Spesso i pavoni sono due contrapposti.

Il pavone spesso viene identificato anche come la Fenice. Visto che nessuno l'ha mai vista, il povero pittore o mosaicista di scarsa fantasia non può che rifarsi ad uno dei pennuti più curiosi presenti sulla piazza. Quindi spesso fenice e pavoni sono la stessa cosa.

6-Altro simbolo la colomba. Di solito rappresenta lo Spirito Santo (nel racconto evangelico del battesimo di Gesù lo Spirito discende in forma di colomba). A volte però le colombe sono simbolo dell'anima. In questo caso spesso le colombe sono due e spesso si abbevera/no ad un calice. Nella rappresentazione sepolcrale questo indica la riacquisizione della memoria (bere dal calice) e promessa di resurrezione. Colombe e pavoni in questo si equivalgono, in quanto simboli di resurrezione. O rappresenta un simbolo eucaristico in quanto assunzione del corpo/sangue di Cristo alla comuniione. In alcuni casi la colomba/le colombe beccano acini d'uva, e questo equivale a bere dal calice, ovvero si tratta di un simbolo eucaristico.


7-Cristo è rappresentato anche in forma di pellicano, perché vi era la leggenda secondo cui questo uccello nutriva i suoi piccoli col proprio sangue colpendosi col becco sul petto. Da qui l’analogia con Cristo che dà da bere il proprio sangue, durante l’Ultima Cena e le successive cerimonie eucaristiche, con questo nutrendo i suoi figli/fedeli.


8-Più discusso il significato preciso del delfino, ma certamente ereditato dal paganesimo.

C’è chi dice che i delfini salvassero i marinai durante i naufragi portadoli in superficie a respirare (quindi simbolo del Salvatore o della salvezza) altri dalla complessa mitologia di Ichthys figlio della dea Atargatis o Tirgata, Afrodite (nata dal mare), Pelagia (anche qui legata al mare) o Delfine. Parola che assomigliava a quella che designa il delfino.
Il delfino era associato al culto di Apollo, dà il nome al santuario di Delfi.
Sia quello che sia, il delfino nel cristianesimo è legato al concetto di salvezza.

9- Il pane e il vino (o le loro matrici, le spighe e l'uva, e forse ancor più la vite, magari in forma di vignetta o pampini) non sono quasi più un simbolo quanto la rappresentazione diretta dell’eucarestia.


10- anche l’ancora ha relazioni con la salvezza (nel porto o in significati affini anche figurati) e comunque con la sua somiglianza con la croce veniva rappresentata al posto di quella.


11 la nave. Richiama la navicella si S. Pietro. La nave viene identificata anche con la Chiesa.


12 L’agnello. Cristo è identificato con l’agnello sacrificale, che (con la crocefissione e morte) assume su di sé le colpe del mondo e lo libera. “Ecco l’agnello di Dio” è un suo noto attributo. Spesso viene rappresentato con una croce tra le zampe, accanto ad un libro (il libro dei "sette sigilli" dell'Apocalisse, dove l'agnello è uno dei protagonisti e viene identificato col Cristo).


13 I cervi o altri animali che si dissetano: Cristo viene equiparato ad una sorgente (“colui che beve della mia acqua non avrà più sete”, si dice nel Vangelo). Il salmo 41(42) dice: "come la cerva anela alla sorgente così l'anoma mia anela al Signore". Questo è un salmo molto noto e citato. Da ricordare "si quis sitis veniat" ("chi ha sete venga a me" - Giovanni VII)


14 palma. Indica la gloria, e in particolar modo quella dei martiri. Questa è la simbologia principale. Vi sono anche significati minori, ma molto meno diffusi, es. quello che fa capo al salmo che recita "justus ut palma florebit" (il giusto fiorirà come la palma) presente in alcune rappresentazioni sopratutto nei codici miniati.


15 La croce. Sembrerebbe il simbolo più ovvio (il segno della passione di Cristo) e invece è uno dei più complessi. Una croce come la disegnamo noi (due tratti perpendicolari tra loro) per lo più con l’incrocio iscritto in un cerchio, fin dalla preistoria viene attribuita al culto solare.

Molto note anche le varianti con pieghe o decorazioni alla fine dei tratti (es. la svastica) e altre variazioni alle quali potrebbero far capo la “rosa camuna” divenuto il simbolo della Regione Lombardia.
I primi cristiani usavano per lo più croci a T (la “tau” greca) che è la forma più approssimata alla probabile forma della reale croce di Cristo o varie altre approssimazioni (si è detto dell’ancora). Nel tempo si è andata affermando la “croce latina” (con l’asta verticale più lunga) assieme ad altre rappresentazioni di uso molto più raro, comela croce doppia (la croce patriarcale o di Lorena, di origine bizantina e entrata in Occidente attraverso l’Ungheria, di cui il braccio orizzontale inferiore è il braccio della croce vera e propria e quello superiore (più breve) simboleggia il “titolus” fatto scrivere da Pilato (INRI, ovvero Gesù nazareno re dei Giudei”) o con vari bracci, oppure la croce di S.Andrea, inclinata a formare una X, ecc. ecc.). Questo raddoppiamento della croce viene attribuito (come detto sopra) al titolo, ma la moltiplicazione dei bracci orizzontali a me pare più che altro un' iperbole o un'enfasi che dà importanza a chi la porta al collo o la usa, un po' come il triregno (tre corone) sulla tiara dei papi.
Se i tratti verticale ed orizzontale sono uguali oggi si parla di “croce greca”, se il tratto discendente e verticale è più lungo si parla di croce latina. Sono rappresentazioni idealizzate, senza per altro attribuire questa differenza alla croce su cui fu crocefisso Cristo, e che permeano diverse applicazioni sia in orente che in occidente, si chiamano greche o latine solo epr ragioni storiche. Le croci greche o latine costituiscono spesso la pianta di chiese e basiliche, o (nell'una o nell'altra versione) decorazioni, gioielli, ecc.

16 La rosa, simbolo a volte della passione di Cristo e del calice che ne raccoglie il sangue.


17 I leoni (spesso associati alle aquile) sono un motivo ricorrente dentro e fuori le chiese. A volte sono posti a guardia della santità del luogo, altre volte sono di significato incerto, altre volte indicano la terra contrapposti alle aquile che rappresentano l'aria.


18. Le aquile hanno uan lunghissima tradizione iconografica. Si parte dalle simbologie pagane (Giove, le aquile romane simbolo del potere imperiale/militare e identificate con le insegne delel legioni, ecc. ecc. ) fino all'assimilazione cristiana. Come detto sono spesso associate ai leoni e molto rappresnetate sui capitelli. In alcuni casi la colomba come rappresentazione dello Spirito Santo dev'essere sembrata poco regale ed è stata sostituita dall'aquila anche nella rappresentazione della Trinità .