da Piccoli Canti (di Alda Merini)
Se tutto un infinito
ha potuto raccogliersi in un Corpo
come da un corpo
disprigionare non si può l’immenso?
tratta da La presenza di Orfeo (Alda Merini)
Se tutto un infinito
ha potuto raccogliersi in un Corpo
come da un corpo
disprigionare non si può l’immenso?
tratta da La presenza di Orfeo (Alda Merini)
Ora che vedi Dio (di Alda Merini)
Ora che vedi Dio
Se tu taci
Al di là del mare
Se tu conosci
L’ala dell’Angelo
Se tu lasci la madre terra
Che ti ha così devastato
Ora puoi dire
Che la terra del povero
La terra del poeta
È tutta insanguinata dalla solitudine
E ora che vedi Dio
Riconosci in te stesso
Il fiore della sua lingua.
Stagno di sogni (di Alda Merini)
Amore, getta la lenza
nel cuore degli anni profondi,
dove c’è stagno di sogni,
e vento di bramosia.
Nella cornice del volto,
in queste rughe che ho dentro,
tu troverai mille arpe
per delle corde gitane.
la folla che zingaresca danza
intorno ai miei libri
non sa che sapido sangue
scorre nelle Chimere
e lì dove cadde l’Audace
fiorirono mille destini:
un erpice di amore
che miete vittime ancora.
Alda Merini
So che un amore
può diventare bianco
come quando si vede un’alba
che si credeva perduta
Che fiore mi nasce sulla bocca
Che fiore mi nasce sulla bocca
appena mi guardi
e temi di essere spezzato.
Allagamenti improvvisi
sono i tuoi occhi ardenti
ma il fiore non vuole morire
rimane lì senza carne
ad aspettare la morte.
appena mi guardi
e temi di essere spezzato.
Allagamenti improvvisi
sono i tuoi occhi ardenti
ma il fiore non vuole morire
rimane lì senza carne
ad aspettare la morte.
Occorre un amore grande
Occorre un amore grande
per viverti accanto, amor mio,
e cavalcare un destino
che e’ come un puledro avverso,
come una macchina astrusa.
E tu vorresti scendere,
guardare pascoli azzurri
e invece il destino bizzarro
sbatacchia le povere ali
e immiserisce l’amore.
Così quando è sera,
io mi adagio al tuo fianco
come vergine stanca,
né so cosa tu mi puoi dare,
né sai cos’io voglia dire.
Occorre un amore grande
per viverti accanto, amor mio,
e cavalcare un destino
che e’ come un puledro avverso,
come una macchina astrusa.
E tu vorresti scendere,
guardare pascoli azzurri
e invece il destino bizzarro
sbatacchia le povere ali
e immiserisce l’amore.
Così quando è sera,
io mi adagio al tuo fianco
come vergine stanca,
né so cosa tu mi puoi dare,
né sai cos’io voglia dire.
Ah se almeno potessi (di Alda Merini)
Ah se almeno potessi,
suscitare l'amore
come pendio sicuro al mio destino!
E adagiare il respiro
fitto dentro le foglie
e ritogliere il senso alla natura!
O se solo potessi
corpo astrale del nostro viver solo
pur rimanendo pietra, inizio, sponda
tangibile agli dei
e violare i più chiusi paradisi
solo con la sostanza dell'affetto.
(da "La terra santa")
in foto: il poeta preferito 1888 di Sir Lawrence Alma-Tadema
Gaspara Stampa (di Alda Merini)
Inutile dare le proprie confetture a una bocca amara,
Gaspara, e le tue grazie che incantavano anche le muse
a un misero cacciatore di frutti
a un saltatore di piante,
per questo inaudito errore tu invocasti la morte
che ti ridesse la tua dignità.
Alda Merni
Inutile dare le proprie confetture a una bocca amara,
Gaspara, e le tue grazie che incantavano anche le muse
a un misero cacciatore di frutti
a un saltatore di piante,
per questo inaudito errore tu invocasti la morte
che ti ridesse la tua dignità.
Alda Merni